“Ma non è preoccupato?”, gli chiesero. Lui rispose: “Perché, servirebbe?” (*)

“Ma non è preoccupato?”, gli chiesero. Lui rispose: “Perché, servirebbe?” (*)

“Ma non è preoccupato?”, gli chiesero. Lui rispose: “Perché, servirebbe?”

“Solo il 10 per 100 dei nostri problemi appartiene a ciò che accade, il 90 è dei nostri pensieri”,  lo abbiamo già detto altrove”.

(Ripeteremo spesso le cose che riteniamo importanti).

Ecco perché vale la pena concentrarci solo su alcuni tra i tanti pensieri… meglio ancora se la selezione  cadrà  su  quelli che si riferiscono a ciò che stiamo facendo ora.

Non possiamo pensarli tutti, i pensieri.

Se sono troppi, gli ultimi non “troveranno posto” e saranno costretti a lasciarsi cadere sugli altri…. Anzi, gli si attaccheranno letteralmente sopra, come fossero attratti da una elettrocalamita.

L’Attrazione Magnetica della Preoccupazione e dell’Ansia è una forza difficile da domare… Difficile ma non impossibile!

Una grande matassa di fili di cotone colorati confusi e mischiati tra loro, ecco come Peter immaginare il groviglio contorto del pensiero ansioso:

Ma niente è perduto, si può imparare…

* * *

1. Dividete i colori del Gomitolo, lentamente con tanta pazoenza così da fornarne uno, di gomitolo, tutto dello stesso colore e, sicuramente, molto più piccolo.

2. Concentratevi solo sul colore che riguarda il problema che state affrontando in questo momento, tranquilli di non aver rinunciato ad occuparvi degli altri ma di pensarci a tempo opportuno (e dedicando loro molta più attenzione).

3 Decidete la “Scala Cromatica”: una “Scala di Priorità”  e ridefinitela, di tanto in tanto.

* * *

Appena descritta, una delle tante strategie possibili, risultata efficace durante una fase di una Terapia,  nell’iniziare a modificare l’approccio mentale al problema

Difficile pensare se è come questo modello possa funzionare altrove.  Ognuno ha scritta in Sé la propria storia che ha in già in Sé le proprie peculiari modalità per risolvere i problemi…

Inevitabile a questo punto chiedersi:
Quale sono le nostre?…

Ed ancora:

Sappiamo rispondere a questa domanda?…


(*) Mark Rylance (rivisitato), “Il Ponte delle Spie”