Ma era davvero questa la vita che volevo?
La vita scorre impetuosa… attraverso… dentro e fuori di noi.
Le giornate si susseguono diverse, eppure uguali a se stesse; passano i giorni, i mesi, gli anni… portandosi dietro le tante, troppe corse, impegni, doveri, necessità: la pressione sociale ormai è davvero alta.
Nel loro continuo susseguirsi sembra davvero difficile orientarsi e capire. Sembra quasi tutto dovuto quando poi, all’improvviso (a volte è quasi un’illuminazione) ci si chiede: “Ma era davvero questa la vita che volevo? E’ davvero impossibile pensare di cambiarla? Ma davvero ho possibilità di farlo?”.
A volte, invece, scivoliamo quasi senza volerlo nell’ineluttabile: ci osserviamo inermi e non ci sono domande che possano far chiarezza. Risolvere i problemi è un pensiero che non ci sfiora. O almeno, a noi non è dato farlo.
Rabbia, ansia… o tristezza, depressione: facce diverse dello stesso problema.
Ci avvolge la sensazione chiara di non aver più il controllo della nostra vita, di non essere più noi a decidere… Di essere costretti ormai a chiudere il cassetto dove abbiamo imprigionato i nostri sogni e essere ormai capaci solo di aprire quello dei rimpianti… O, peggio, pensare di non essere capaci più di aprirne alcuno: sappiamo solo osservare, rannicchiati in un angolo, La vita che ci vive…
“Perché non riesco a cambiare? Perché gli altri impediscono che io …”
“Perché sono arrivato a questo punto?”Io avrei voluto che….”
Sono tutte domande che difficilmente potranno aiutarci a ritrovare la serenità perduta. È necessario un triplo cambio di prospettiva:
1. Dagli “altri”a “me” ( Perché ho impedito a me stesso di cambiare?)
2. Dal “Perché” al “Come” ( Come avremmo potuto fare in modo che..)
3. Dal “passato/futuro” al “presente” (Come posso ora…)
Il primo sposta l’attenzione ….