Le Parole Giuste.

Le Parole Giuste.

La gente, un po’ tutte le persone, pensano che noi, gli “specialisti del settore”, si abbia sempre le parole giuste.

Una parola giusta per ogni occasione: ve l’assicuro, non è così.

Che dire, ad esempio, ad una persona cara, ma proprio molto molto cara, che ha appena chiuso una pagina importante della propria vita (e non per sua scelta)? Qualsiasi parola potrebbe rischiare di diventare semplicemente consolatoria e la consolazione fa bene, avvicina le persone A volte però, serve qualcosa in più.

Ci fosse l’occasione, contesto permettendo, le parole possono altrettanto efficacemente essere sostituite da un gesto, un affettuoso abbraccio ad esempio, pieno di significati e di vicinanza emotiva.

Ancora una volta: “a volte però serve qualcosa in più”.

Proviamo a capire insieme allora cosa rende questi momenti,  quelli delle “porte che si chiudono” intendo, così importanti ma così altrettanto fragili.

Identificarsi con quello che si svolge quotidianamente, con la professione che si è  scelta, o che piuttosto ha scelto noi (più semplicemente) capitandoci tra le tante, è quasi una consuetudine ormai.

Ecco allora che Antonio, diventa “Antonio l’Ingegnere” ed ogni occasione è l’occasione giusta per ricordarlo: “Sono sempre stato bravo con la Matematica”… “E’ rigido, proprio come le macchine che progetta”… “E’ intelligente, come tutti gli Ingegneri”.

Ma Antonio invece è sempre e solo Antonio. Al massimo può diventare “Toni” per gli amici ed il suo “essere ingegnere” non lo rende né migliore né peggiore, quanto piuttosto unico: proprio lui, rispetto a tutti gli altri “Antonio” del mondo che siano anch’essi ingegneri o che invece (appunto) non lo siano.

Il lavoro che si svolge contribuisce in modo fondamentale al diventare quello che siamo, così come peraltro contribuisce a questo una ad una, tutte le altre attività che svolgiamo nella nostra quotidianità. Smetterlo darà solo la possibilità di sostituirlo con qualcos’altro per continuare a crescere ed arricchirsi di nuove esperienze, così che il “nuovo” che andremo ad affrontare (e che tanto spaventa proprio perchè nuovo)  per lo stesso motivo, per il suo “essere nuovo” intendo, contribuirà ad arricchirci più di quanto possano aver fatto fino ad oggi le nostre conosciute e rassicuranti “competenze”.

Non so se siano le parole giuste ma si’: è questo che le direi…